impianto fotovoltaico
05.04.14 - Categoria:

Affinché un impianto fotovoltaico risulti vantaggioso è fondamentale aumentare l’autoconsumo, in modo da ridurre le quantità di energia scambiate con la rete elettrica.

Massimizzare l’autoconsumo significa consumare direttamente la maggiore quantità possibile di energia prodotta. Per ottenere un vantaggio sia dal punto di vista economico che energetico è importante che l’autoconsumo riguardi consumi reali, finalizzati comunque al risparmio energetico (ricordiamoci che il modo migliore per risparmiare è non consumare o, al più, consumare poco!).È importante non sprecare energia per bisogni fittizi o per alimentare apparecchi con bassa classe energetica (maggiore l’autoconsumo non significa maggiori consumi).

I carichi elettrici relativi a un’utenza domestica sono molto diversi da caso a caso, a seconda del comportamento dell’utente, e variano nell’arco della giornata, della settimana e dei mesi. Vi sono apparecchi (come ad esempio frigorifero, congelatore, illuminazione) il cui utilizzo è non temporalmente trasferibile e apparecchi (come ad esempio lavabiancheria, lavastoviglie, fero da stiro, asciugacapelli, aspirapolvere, computer e stampanti) il cui utilizzo è, almeno parzialmente, temporalmente trasferibile. Inoltre, c’è da considerare che molti di questi carichi, sia temporalmente trasferibili che non, presentano degli assorbimenti discontinui.

In merito all’andamento della produzione di energia da un impianto fotovoltaico, invece, è facilmente intuibile come la potenza prodotta sia maggiore nelle ore centrali della giornata e come la durata del periodo di produzione sia superiore nei mesi centrali più soleggiati. Sono poi altrettanto determinanti la latitudine del sito di installazione, l’orientamento rispetto al sud e l’inclinazione dei moduli fotovoltaici.

In un tradizionale impianto fotovoltaico, il generatore fotovoltaico è collegato a un contatore di produzione, in grado di conteggiare l’energia prodotta. Tale energia o viene direttamente consumata dall’utente o viene immessa in rete e conteggiata da un contatore di scambio. Se l’utente necessita di energia quando l’impianto non è in grado di produrre o la produzione è comunque minima, l’energia viene prelevata dalla rete e conteggiata dal contatore bidirezionale di scambio.

A causa della mancanza di contemporaneità tra produzione fotovoltaica e consumi elettrici, dopo un certo periodo di tempo il contatore di produzione avrà conteggiato l’energia effettivamente prodotta e il contatore di scambio avrà conteggiato l’energia immessa in rete e quella prelevata dalla rete.

Il meccanismo di scambio sul posto, al quale tutt’oggi è possibile accedere, permette di compensare il valore economico dell’energia prelevata mediante rimborso calcolato in base al valore economico dell’energia immessa. La differenza esistente tra il prezzo dell’energia acquistata e il riconoscimento economico dell’energia ceduta alla rete rende evidente il vantaggio dell’autoconsumo di energia autoprodotta! In linea di massima abbinamento di un accumulo ad un impianto fotovoltaico porta l’autoconsumo da un 40 a un 90%.

Esistono diversi sistemi di accumulo, più convenienti o meno a seconda della taglia dell’impianto al quale vengono abbinati. Per piccoli impianti, come quelli domestici, sono più adatti sistemi di accumulo a batterie (ad esempio batterie al piombo-acido o batterie a ioni di litio). Scopo dell’accumulo è uguagliare la quantità di energia prodotta e quella consumata, per, come già detto, ridurre gli scambi con la rete elettrica. Da precisare che un impianto fotovoltaico dotato di accumulo non implica automaticamente un’utenza staccata dalla rete; la connessione alla rete elettrica può essere conservata o meno. Il CEI (Comitato elettrotecnico Italiano) ha sviluppato una dettagliata normativa specifica per gli impianti fotovoltaici con accumulo.

 

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